“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti.
Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”
(Il primo articolo della Dichiarazione universale dei diritti umani)
Era il 1972, un camion che percorreva il tunnel del Monte Bianco ebbe un incidente. Avrebbe potuto non essere una tragedia se il camion avesse realmente trasportato le macchine per cucire come dichiarato. Il suo carico, invece, era composto da lavoratori del Mali che, nascosti nel camion, viaggiavano da giorni verso la Francia alla ricerca di un posto di lavoro e di migliori condizioni di vita. Immigrati migranti. Fu questa, la notizia che indusse le Nazioni Unite a occuparsi delle condizioni dei lavoratori migranti e, solo dieci anni dopo, ad occuparsi dei popoli migranti nel suo insieme approvando la “Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie”. Nel 2000 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamò per il 18 dicembre Giornata internazionale per i diritti dei migranti.
E noi ci siamo, ci siamo tutti i giorni e cogliamo questa giornata per ricordarcelo come volontari e come cittadini, per ricordarlo ai ragazzi che vengono da noi e chiedono di essere visti e ascoltati, non osservati…
Allora TUTTI IN GIOCO, TUTTI IN CAMPO, TUTTI INSIEME, TUTTI VERSO UN’UNICA DIREZIONE QUELLA DEL RISPETTO DELLA DIGNITA’ DEI DIRITTI DELL’ ESSERE UMANO.
Abbiamo scelto una giornata di sport che ha visto coinvolti volontari cittadini e ospiti del Presidio Umanitario di via del Frantoio e del Centro di Accoglienza Straordinario di via di Pietralata.
Vi sarete chiesti perché sempre lo sport? E vogliamo condividere cosa c’è dietro una giornata tra calci al pallone, canestri di basket, tuffi nello pseudo beach volley…
Lo sport:
- Si fonda sul concetto di rispetto e lealtà: in una società sempre più individualista e orientata alla corsa verso il profitto personale, lo sport spinge chiunque lo pratichi verso i valori del rispetto verso tutti(compagni, avversari, arbitro). Educare al rispetto, significa educare alla tolleranza, a prescindere da differenze di ogni genere;
- Si basa sulle differenze: in tutte le attività fisiche si vince se si riesce a diversificare capacità, abilità, competenze, strategie e caratteristiche personali;
- È accoglienza: quando vincere non è un obbligo, lo sport si fonda sull’idea più profonda dell’accoglienza. Per sua natura accoglie chiunque e , attraverso l’impegno, la fatica, la passione porta verso grandi risultati
- Rappresenta un momento di amicizia, di esperienza e di festa. E’ la situazione ideale, informale in cui si sperimenta il confronto con l’altro, si apprende il rispetto delle regole e il gusto dell’impegno e dove il terzo tempo (il tempo del brindare insieme) non manca mai;
Questo ci ha guidato nell’organizzazione di una giornata per noi speciale che ci ha visto uniti con i ragazzi nelle varie attività sportive (calcetto, beach volley, basket), ci ha permesso di fare rete con alcune Associazioni del territorio, ci ha fatto godere della grande accoglienza della Società ospitante Kick Off che nuovamente ringraziamo per il grandissimo contributo e ci ha dato l’opportunità di ‘fonderci’ anche nelle varie attività interne al Comitato vedendo il coinvolgimento dei monitori che hanno spiegato ai ragazzi le manovre di disostruzione pediatrica, del nucleo cucina che ci ha garantito un’ora di ‘festa godereccia’, del servizio di Assistenza Sanitaria con la nostra Ambulanza, dello staff dell’Area Comunicazione che ha ‘fermato’ con foto e video alcuni momenti di questa giornata.
E’ proprio vero….’ che il talento ti fa vincere una partita ma il lavoro di squadra ti permette di vincere il campionato’ (Micheal Jordan).
Fabiola Gizzi
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